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18 Lug2024

Metalli rari: una minaccia per le nostre montagne

18 Luglio 2024. Written by Redazione_am. Posted in Senza categoria

Clicca sulla mappa per consultarla (è a circa metà articolo)

Siamo in piena crisi energetica e le politiche europee galoppano in retromarcia.
Su sollecitazione europea l’Italia si appresta a sostenere la ricerca di giacimenti di metalli rari.

Rileviamo inoltre che mentre per le fonti rinnovabili è stata data delega alle regioni, sarà il governo stesso a gestire la questione di quelle fossili.
Dopo le concessioni per trivellare in mare, mentre non si fa nulla per contrastare la crisi climatica, si passa al capitolo estrattivismo, un ritorno al futuro a tinte distopiche.
Metalli rari indispensabili allo “sviluppo”, che servono, stando al nuovo mantra energivoro, alla “transizione ecologica”.
L’arco alpino, la Sardegna e tutta la costa tirrenica sono le zone maggiormente minacciate, ma è l’intera penisola a essere in grave pericolo.

In Valsusa e nel Pinerolese ci sono parecchie miniere “storiche”, la cosa mostruosa è che una buona parte dei siti segnalati in mappa (appoggiare il mouse per leggere i nomi) sono in quota anche in posti impervi e per ora lontani da strade.

Facciamo alcuni esempi di siti censiti:
– in bassa valle “Cruino” (che dovrebbe essere Cruvin, ndr) praticamente un alpeggio nel vallone del Prebec, a circa 1700 metri;
– in Val Pellice “Castelluzzo” (Castlus), un appicco selvaggio tra l’altro luogo della resistenza valdese, a circa 1400 metri di quota;
– in Friuli è segnata la val Aupa. Si tratta si una valle selvaggia pochissimo abitata, percorsa da una strada in cui se due macchine si incrociano una deve fare un km di retromarcia. Un posto         bellissimo;
– in Val Germanasca “Vallon Cros” (anche Valloncrò), altro alpeggio. Dovrebbe essere il vallone che porta al colle del Beth, a quota 2700, zona di miniere dal sec. XVIII. Oltretutto la rete escursionistica della zona è basata in gran parte sulle splendide mulattiere costruite proprio per le miniere o per scopi militari. Due reti sono praticamente indistinguibili e insistono sullo stesso territorio.

Negli ultimi trent’anni le mulattiere sono parecchio deteriorate, ma fino agli anni ‘80 erano ben conservate e godibilissime. L’idea di strade e camion a 2700 metri è agghiacciante. Un vero massacro. E le valli in questione sono ormai quasi spopolate, per cui anche resistere allo scempio sarà difficilissimo.
Per fortuna per ora in elenco mancano la grande quantità di miniere ancora più a monte. L’intera Val Germanasca è un paradiso e ne è piena, l’idea che venga consegnata alle compagnie minerarie è terrorizzante.

Utilizzare la lotta al fossile per rendere politicamente corretto l’estrattivismo è come usare la lotta all’antisemitismo per rendere politicamente corretto il genocidio dei palestinesi.
Invitiamo chiunque a osservare la mappa al link e a mobilitarsi per difendere il proprio territorio.

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02 Lug2024

Mattie: la discarica perc*lata

2 Luglio 2024. Written by Redazione_am. Posted in Ogni tanto si vince

 

Ieri ci siamo imbattuti in questa buona notizia che volentieri segnaliamo.

Molto brevemente, Regione Piemonte e Città Metropolitana di Torino volevano realizzare, di concerto con ACSEL, uno stoccaggio di rifiuti contenenti amianto a Camposordo di Mattie, luogo di una preesistente discarica. Erano già partite le valutazioni di impatto ambientale, sintomo della volontà di un’approvazione repentina.

Il 31 maggio Luna Nuova ha fatto percolare la notizia prima che potessero farlo i liquami contaminati, vanificando in tal modo l’effetto sorpresa.

Una mobilitazione dal basso contro l’avvelenamento del territorio ha spinto sui comuni interessati dal progetto e soci della stessa ACSEL, portando al gioioso epilogo di ieri: dopo 3 ore e mezza di assemblea i sindaci all’unanimità hanno rispedito il progetto al mittente.

L’abbiamo scritto più volte, ne siamo convinti e lo ribadiamo: la mobilitazione non è fatta di sole sconfitte.
Appuntiamolo a memoria: ogni tanto si vince, oggi una volta in più.

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12 Giu2024

In marcia con la Banda Hood nella foresta di Mambrica

12 Giugno 2024. Written by Redazione_am. Posted in In cammino

Clicca sull’immagine per maggiori info e dettagli

Dopo aver legato gli scarponi per osservare Montecampione e raccontarne la cementificazione, dopo aver esplorato i progetti di turismo dissennato della Valle Camonica e non solo, Alpinismo Molotov continua a frequentare il territorio.
A tessere complicità, a costruire narrazioni.

Domenica 23 giugno ci muoveremo a fianco del CSA Sisma, a Wu Ming 4 e al Bosco di Mambrica A.P.S..
Tra i boschi del maceratese, felici di riallacciare in carne e ossa i nodi con vecchi compagni di cordata.

Ritrovo alle 9.00 a Torre Beregna, per immergerci in una camminata adatta a tutti – 5 chilometri per 300 metri di dislivello – che ci condurrà al rifugio di Manfrica, dove alle 11.30 Wu Ming 4 presenterà il suo nuovo lavoro: La vera storia della banda Hood.  Racconto indispensabile di questi tempi, fatto di una banda di fuorilegge che sa muoversi tra le pieghe del potere, di ritorno alle origini delle cose, dei versi che le hanno accompagnate.

Un libro denso di storie che, per citare un altro compagno di scorribande «sono vere quando si sente che dentro c’è la vita».

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07 Giu2024

Riflessioni sulla morte di tre ragazzi nel fiume Natisone

7 Giugno 2024. Written by Redazione_am. Posted in Senza categoria

In passato ci siamo occupati di sicurezza in montagna a proposito del crollo del ghiacciaio della Marmolada. All’epoca abbiamo fatto delle riflessioni che a nostro avviso hanno una valenza più generale, e possono essere applicate ad altre situazioni in cui ci si approccia ad ambienti naturali o semi-naturali. Torniamo ora sull’argomento in seguito a un episodio che ha riempito le cronache, verificatosi alcuni giorni fa a Premariacco, nel Friuli orientale, sul greto del Natisone. In breve: tre giovani (due ragazze e un ragazzo) sono stati sorpresi dalla piena del fiume mentre si trovavano su un ghiaione normalmente frequentato come spiaggia e, presi dal panico, sono rimasti bloccati per una decina di minuti mentre il livello dell’acqua e la forza della corrente aumentavano rapidamente, fino ad essere sommersi e poi trascinati nella forra a valle.

 

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28 Mag2024

2 giugno 2024: scarpinata a Monte-campione (…di scempio)

28 Maggio 2024. Written by Redazione_am. Posted in In cammino

Clicca qui per la colonna sonora

Montecampione è sinonimo di sfruttamento in batteria del turismo. È l’avvenuta trasfigurazione di una località fatta di alpeggi e stallette in un insieme di palazzi-alveare: un progetto imprenditoriale anni ’70 caratterizzato da disboscamento e sfruttamento idrico a uso sciistico, pensato per vendere al ceto medio il sogno della seconda proprietà, della vacanza bianca.

Il nucleo ‘fisico’ – che verrà analizzato e discusso durante la camminata camuna fissata per il 2 giugno – che come Alpinismo Molotov sosteniamo e a cui parteciperemo – è l’Esempio – pur fra molti – di come si pretenda di spremere il territorio.
Analizzare proprio *quella* idea di ‘Montecampione’ fallita e abbandonata che si vuole rilanciare continuando a prosciugare i paesi sottostanti. Discutere della presunzione di rendere appetibile la desolazione di lingue di neve artificiale arricchendo la proposta con un casinò.

Montecampione 1800. Tra magnifici colli e immaginari asfittici: Pantani e ristrutturazione di alveari-vacanza abbandonati.

Montecampione non è che uno dei desiderata di devastazione della Val Camonica intera, il sogno bagnato e l’incubatore di una visione di dominio delle cose fatta di cemento e mercificazione. Uno dei tasselli spettrali di spremitura, cui contrapporre fantasmi di lotte sopite.

Se pensiamo alla penisola, a ogni latitudine intuiamo chiara la costellazione di queste pratiche del profitto veloce e fuori tempo massimo. Sfruttamento, disboscamento, cementificazione e gentrificazione. Turismo invasivo e invadente a uso imprenditoriale, a consumo dei luoghi, al risultato di macerie ambientali e sociali. Politiche amministrative fattesi strumenti di marketing utili a narrazioni sghembe, fatte di aggressione alle comunità travestite dal mantra dell’efficientamento.
Spremere per indurre bisogni, per poi ri-spremere… .

Riprendiamo dal comunicato del Collettivo 5.37, promotore dell’iniziativa: «Non è più tempo – ammesso che mai lo sia stato – di lusingare gli appetiti di chi non si cura della qualità della vita e contrappone ad essa l’esasperazione di un turismo irrispettoso, energivoro, incurante della fragilità climatica e arrogante coi territori. Abbiamo deciso di trovarci a Montecampione ALLE 8.30 di DOMENICA 2 GIUGNO, per calpestare da vicino uno degli scempi in atto e per unire gli innumerevoli altri punti che tratteggiano il sistema Valle Camonica. Un sistema non più sostenibile, una melassa indigesta».

Ci va di aggiungere che nel frattempo la penisola si spopola e i suoi salari stagnano. Che il costo della vita e di queste predazioni annientano prospettive, mentre la politica è intenta a dipingere grandes heures a colpi di repressione. Falsari che vendono quadretti incorniciati dal declino.

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05 Apr2024

Don Bosco e GKN. Per quanto sembri uno strano binomio

5 Aprile 2024. Written by Redazione_am. Posted in Ogni tanto si vince

Ci sono momenti in cui le forze convergono, saturano lo spazio e fermano il tempo.
Anzi curvano lo spazio-tempo e aprono nuove possibilità.

In questi giorni in Italia sta accadendo – cosa eccezionale – in due luoghi diversi: all’interno della GKN, dove avrà luogo il secondo festival Working class e all’interno del parco Don Bosco a Bologna. Cos’è il primo evento e che reazioni ha scatenato è spiegato da Alberto Prunetti in questo articolo su Jacobin.

Il giardino Don Bosco è il luogo dove due giorni fa un coraggioso gruppo di persone si è opposto, impedendo l’abbattimento degli alberi voluto, pianificato e perseguito dal partito del cemento che è al governo della città. il massiccio dispiegamento di forze dell’ordine a protezione del cantiere, le cariche per difendere la ditta addetta al disboscamento, descrivono una situazione di lotta vera, che ci allieta e inebria, ci fa scorgere ossigeno oltre l’apnea.
La rabbiosa reazione poliziesca di questa notte (dal min. 1) tradisce tensione da parte di chi amministra e testimonia chiaro e cristallino lo smacco subìto dalla questura.

Due eventi che aprono un tempo altro, in cui si può respirare un’aria diversa, immaginare e lottare per un modo di vivere diverso, rispettoso dell’ambiente e delle forme di vita che lo popolano.

Come Alpinismo Molotov non solo segnaliamo i due eventi nella sezione «ogni tanto si vince» ma sottolineiamo che stavolta si sta andando oltre la “vittoria”: si vince riprendendosi i luoghi, organizzandosi. Con le relazioni e coi corpi, non con sottoscrizioni, carte bollate o buone intenzioni al ribasso.
Il nemico lo sente e perciò diamo sostegno sia al festival working class che al presidio al parco Don Bosco.

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