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30 Ott2017

Caporetto 1917/2017 – Bentornati fantasmi della Diserzione

30 Ottobre 2017. Written by Redazione_am. Posted in Récit

Le Alpi orientali da oltre un secolo sono al centro dell’ideologia nazionalista italiana, un luogo mitologico che la gente conosce solo attraverso i nomi delle vie nelle città e la vulgata che viene insegnata nelle scuole: le terre irredente, la presa di Gorizia, la disfatta di Caporetto, la resurrezione di Vittorio Veneto, cent’anni di retorica sul nordest. Noi che viviamo su questo confine conosciamo benissimo quanto sia tossica questa vulgata, e quanto sia altrettanto tossica la vulgata contrapposta, quella degli austronostalgici. Una vulgata che porta ad esempio alla celebrazione di un personaggio come Rommel, giovane ufficiale nella prima guerra mondiale sul fronte dell’Isonzo, e grande deportatore di civili e militari italiani, sloveni e croati 25 anni dopo, nel settembre ’43.

Ieri, 29 ottobre 2017, nella settimana del centesimo anniversario della battaglia di Caporetto, Alpinismo Molotov e Nicoletta Bourbaki sono saliti sul monte Matajur per ricordare e ribadire che a Kobarid/Caporetto nel 1917, come a Vittorio Veneto nel 1918, ciò che avvenne fu diserzione di massa: l’unica risposta sensata e umana all’immondo scempio di vite e corpi che i nazionalisti chiamano patria e onore.

Con noi sul Matajur sono saliti anche un gruppo di rifugiati Afghani e Pakistani, anche loro disertori di guerre oscene, nelle quali noi Europei abbiamo avuto e abbiamo un ruolo centrale e determinante: quello dei colonizzatori.
Non c’è nessun “dopoguerra”.
Gli stolti chiamavano “pace” il semplice allontanarsi del fronte.
Gli stolti difendevano la pace sostenendo il braccio armato del denaro.
Oltre la prima duna gli scontri proseguivano.
Zanne di animali chimerici affondate nelle carni, il Cielo pieno d’acciaio e fumi, intere culture estirpate dalla Terra.
Gli stolti combattevano i nemici di oggi foraggiando quelli di domani.
Gli stolti gonfiavano il petto, parlavano di ‘libertà”, “democrazia”, “qui da noi”, mangiando i frutti di razzìe e saccheggi.
Difendevano la civiltà da ombre cinesi di dinosauri.
Difendevano il pianeta da simulacri di asteroidi.
Difendevano l’ombra cinese di una civiltà.
Difendevano un simulacro di pianeta.
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Tags: Caporetto, confine orientale, Diserzione, Mataiur, Matajur, Montagne contro la guerra, Nicoletta Bourbaki, prima guerra mondiale

Commenti (1)

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    LoFi

    8 Novembre 2017 a 15:29 | #

    A chi pensa che iniziative come quella di @Alpi_molotov per #Caporetto siano azioni inutili e incomprensibili segnalo questo: http://www.quotidiano.net/cronaca/caporetto-rai-storia-1.3508624
    Il tetano della grande guerra è più vivo che mai e Caporetto è forse uno dei suoi focolai più virulenti

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