Lord Running Flam: Percorriamo la strada per il Bus de la Lum, incassata tra un campo da golf e un pascolo: due prati tosati, l’uno da umane macchine l’altro da bovine fauci. Ma la differenza che più salta all’occhio è quella tra gli steccati: quello del campo da golf è una normale simbolica staccionata che arriva più o meno all’anca – giusto per far capire ai civili che quella è area riservata – quello del pascolo invece è assurdamente alto, come se le mucche qui saltassero alla Fosbury. Il filo è elettrificato, o meglio, i fili: sono cinque, paralleli, mettici il lampione in cima e le torrette ed è subito Auschwitz-Birkenau. Basta però alzare lo sguardo verso nord ed intravedere le rupi prealpine dell’Alpago che occhieggiano tra le nuvole e la foschia per spazzare via ogni paragone con la desolante piana pre-carpatica, ma la visione del lager accanto al campo da golf mi rimane per il suo potere allegorico. Penso ad altri steccati, altre frontiere non molto lontane, dietro alle quali si ammassano persone ridotte a bestiame mentre proprio accanto pochi benestanti si sollazzano sfacciatamente nel lusso. In mezzo una cospicua fetta di popolazione esclusa dall’élite ma cionondimeno intenta a difendere la frontiera, magari sbraitando contro il governo per un aumento del voltaggio della corrente nei fili. Non posso non ricollegare l’assurdità di questo stato di cose alla buca più grande presso la quale ci stiamo recando, dove è nato un culto – diventato poi religione di stato – per il quale i carnefici diventano vittime: è la chiave di volta di tutti i paradossi degli ultimi tempi, ultimo in ordine di apparizione gli aiuti umanitari ai migranti trasformati in atti criminali da decreti governativi e mass media.
Le spore allucinogene del Cansiglio stanno facendo effetto anche su di me? Beh, le allucinazioni non è che siano maligne a prescindere, possono essere anche ricreative, addirittura rivelatorie, maieutiche. E poi certo, ci sono quelle tossiche, i bad trip, e l’unica cosa peggiore dei bad trip è uno che cerchi di coinvolgere gli altri nel proprio bad trip, tutti gli altri. E da queste parti ci hanno dato dentro, chi l’avrebbe mai detto che un ambiente così bucolico e rilassante celi simili intossicazioni psichedeliche?
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Nicoletta Molotov & Alpinismo Bourbaki: crossover antifascista sull’altopiano del Cansiglio
[Comici] rivelò molti abissi inesplorati e raggiunse il record di profondità del tempo, toccando il fondo di una grotta di 500 metri nell’altopiano del Cansiglio, il Bus de la Lum. Uscito dalla caverna, salí sulla vicina vetta del Cimon del Cavallo e da quel giorno, all’oscurità degli abissi preferí la luce delle altezze. Quella facile vetta – storicamente importante perché la prima cima delle Dolomiti raggiunta dall’uomo, fin dal 1726 – fu la soglia da dove Comici partí per iniziare e finire sulla montagna la vita…
Così Severino Casara mitizzava l’ingresso di Emilio Comici, primo sestogradista italiano, nel mondo dell’alpinismo. Peccato che in quella ricostruzione non ci fosse un dettaglio uno che quadrasse, a partire dei metri di profondità del Bus de la Lum che a dispetto di quanto professava il memorialista sono in realtà solo -185, e all’epoca non costituivano affatto un record. Ma non solo, anche la distanza tra il Bus e l’attacco del più vicino sentiero per la vetta del Cimon del Cavallo (oggi meglio noto come Cima Manera) – ben 14 km di strada – rendeva alquanto improbabile un’improvvisa sortita alpinistica da parte di uno speleologo che avesse appena disceso e risalito un abisso inesplorato profondo quasi duecento metri, perlomeno negli anni ’20. Di più, il monte Cavallo non rientra nemmeno nelle Dolomiti, né geologicamente né geograficamente. Infine, pare che Comici andasse per monti già da tempo, affiancando – almeno per i primi tempi – l’attività da grottista a quella di alpinista.
Insomma, quella di Casara era una classica cazzata al cubo, un tipo di articolo che in realtà pare abbondi lì in Cansiglio: per la precisione, dal Bus de la Lum emergono ogni anno cazzate al metro cubo.