Demo
  • Home
  • Chi siamo
  • Récit
  • Sorgenti
    • Libri
    • Musica
    • Film
    • Rizomi / Esplorazioni
    • In cammino
    • Narrazioni
  • Staffette
  • contatti
Demo
06 Nov2018

Ai fantasmi della Diserzione e dell’Ammutinamento, a chi disobbedì alla guerra

6 Novembre 2018. Written by Redazione_am. Posted in Rizomi / Esplorazioni

Negli ultimi anni in diverse occasioni abbiamo manifestato il nostro disgusto per la retorica di guerra che ha scandito quest’ultimo triennio, 2015-2018, in occasione del centenario di quella carneficina che fu la Prima guerra mondiale. Una retorica che lungo un secolo si presenta come linea di continuità e che ha fatto della “grande guerra” il mito fondativo dello stato-nazione Italia. Una retorica che, come abbiamo scritto, non avrebbe risparmiato le Alpi, un secolo fa assurte a «sacro confine» che andava per l’Italia spostato di forza verso nord per logiche imperialiste e di annessione, le stesse ragioni che portarono alla guerra e che produssero una carneficina senza precedenti, facendo della popolazione civile un bersaglio allo stesso modo delle truppe degli eserciti nemici e di ogni territorio un campo di battaglia in cui sperimentare nuove e micidiali tecnologie militari.

La Grande Sbornia Nazionalista dovrebbe aver raggiunto il punto più alto con le cerimonie del 4 Novembre, «Festa dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate», giornata celebrativa istituita nel 1919 e che ha attraversato decenni di storia italiana: l’Italia monarchica e liberale, quella fascista e quella repubblicana. Non solo le grandi celebrazioni con le alte cariche dello stato sull’attenti, ai piedi dell’Altare della patria come nelle città simbolo dell’irredentismo italiano Trento e Trieste, non solo nei discorsi dei generali e dei settori conservatori e reazionari della società italiana (che in maniera inquietante, ma non sorprendentemente, si amplificano rispecchiandosi uno nell’altro), ma in ogni paese e città. Perché quella guerra si è cristallizzata in una memoria di stato che si è stratificata lungo il secolo passato fino a divenire parte stessa del paesaggio italiano: nei fiumi e nelle montagne “sacri alla patria” (si veda la recente intitolazione del monte Adamello), nell’odonomastica dei paesi e delle città, nei monumenti ai «figli migliori» ammazzati per la grandeur nazionale disseminati in ogni paese.

Leggi Tutto Nessun Commento

17 Ott2018

Terre in moto chiama: «non arrendersi ai governi e agli anni che passano»

17 Ottobre 2018. Written by Redazione_am. Posted in Staffette

 

Sono trascorsi due anni da quelle tragiche giornate e questo eterno post terremoto che forse non è mai veramente iniziato non riempie più le cronache dei giornali e delle televisioni, che salvo qualche rara eccezione, tornano stancamente sull’argomento solo in occasione di ricorrenze particolari. Nel frattempo la ricostruzione e la rassegnazione hanno andamenti opposti: la prima è immobile come le pietre su cui è oramai cresciuta rigogliosa l’erba, mentre la seconda aumenta associata ad una frustrazione che rischia di distruggere il patrimonio umano e immateriale di questi luoghi.

Da quando lo sciame sismico si è attivato nella terre della Sibilla, abbiamo cercato di contribuire amplificando dal nostro blog le voci che si levavano per denunciare la «strategia dell’abbandono» e il dispositivo di governo dei territori colpiti dal terremoto, che si esprime in uno stato di emergenza senza fine.
Nel giugno scorso abbiamo fortemente voluto che la nostra festa cosmica – Diverso il suo rilievo – avesse base sull’Altopiano di Macereto, lì dove le scosse hanno generato un suono di terrore dalle montagne che cingono l’altopiano. È stata un’occasione per noi importantissima, perché ci ha permesso di entrare in relazione con le persone – in carne e ossa – che caparbiamente continuano a vivere nei paesi feriti del sisma e a percorrere le strade sconnesse.

Tra pochi giorni saranno due anni esatti dalle scosse di ottobre, che fecero seguito alla prima violenta scossa di agosto, e a cui ne seguirono altre, tra cui la “botta grossa” del 30 ottobre. La rete di Terre in Moto Marche ha voluto cogliere l’occasione e ha organizzato cinque giorni di iniziative, con l’obiettivo di rinsaldare i fili sempre più sfaldati di quelle comunità ferite e rilanciare, ancora una volta, l’azione e le mobilitazioni. Queste iniziative si svolgeranno sia sui Sibillini, dove c’è chi coraggiosamente si ostina a vivere nelle difficoltà quotidiane di paesi semi-sfollati, che sulla costa Adriatica, lì dove gli “sfollati” non si rassegnano alla vita imposta loro, lontano non solo geograficamente dalla propria vita ante-sisma.

Ancora una volta esprimiamo la nostra vicinanza e la nostra solidarietà con la lotta per una ricostruzione equa e degna, perché – come viene espresso in maniera cristallina nel comunicato di presentazione di Due. Non arrendersi agli anni e ai governi che passano:

[…] due sono le possibili reazioni tra cui scegliere: accettare lo stato delle cose come ineluttabile e inamovibile o provare a riprendere in mano il proprio futuro e quello del nostro Appennino.

Il programma delle giornate è visualizzabile qui.

 

 

Leggi Tutto Nessun Commento

04 Ott2018

Storie di ordinarie trivellazioni. Un racconto

4 Ottobre 2018. Written by Redazione_am. Posted in Narrazioni

Le storie dei luoghi rischiano di perdersi nel turbinio del tempo presente. Spostarsi a velocità di bipede permette di cogliere l’eco di queste storie e di accorgersi di quanto e come i segni stratificati dell’azione dell’uomo abbiano mutato il paesaggio. Questi segni, spesso, sono profonde e vive ferite: scempi ambientali, installazioni industriali che avvelenano l’ambiente.
L’alta valle del Sauro, nel cuore della Basilicata, è disseminata di impianti d’estrazione petrolifera, in parte già operativi, in parte ancora fermi, ma pronti a entrare in azione. Questi impianti sono di proprietà di Total, multinazionale petrolifera i cui tentacoli si allargano in svariati campi di produzione.

Kali, un’escursionista, ha visitato l’area e raccolto le sue impressioni nel racconto che pubblichiamo a seguire.
Le sue parole trasmettono la bramosia dell’Entità che avvelena la terra, gli animali, gli esseri umani. Un’entità maligna che si maschera dietro una retorica insinuante, ipocrita e incantatoria, di “responsabilità d’impresa”. Un’entità la cui essenza predatoria è animata dallo spirito capitalistico fattosi materia.

La devastazione ambientale che avanza sotto ai nostri occhi pare non trovare freno, chi ne è veicolo si ostina a negare i cambiamenti climatici in corso e, al contempo, ne alimenta le cause. Raccontare e dare rappresentazione all’Entità – come ha ben dimostrato Wu Ming 1 in Un viaggio che non promettiamo breve, da pochi giorni disponibile in free download su Giap, e come ben sa Turi Vaccaro, oggi in galera, che l’Entità ha avuto la forza di sfidare – può essere uno strumento atto a spezzare l’inganno, a mostrare per quel che è la devastazione: fare il vuoto lì dove c’è la vita.

Il racconto è stato regalato da Kali all’Associazione proletari escursionisti (APE), nostri compagni di scarpinate con cui lo scambio è sempre aperto, che a loro volta l’hanno donato ad Alpinismo Molotov per la pubblicazione. Cogliamo questa occasione per segnalare che il sempre più ampio network apeino si ritroverà dal 19 al 21 ottobre prossimo al Rifugio Sel Rocca Locatelli al Pian dei Resinelli per un incontro nazionale aperto ad «aderenti e sodali».

Leggi Tutto 2 Commenti

14 Set2018

Il codice dell’oro nella “Valle dei segni”.
Alpinismo Molotov Live a Capo di Ponte (BS)

14 Settembre 2018. Written by Redazione_am. Posted in Rizomi / Esplorazioni

Il codice dell’oro, di cui abbiamo già scritto sul blog, questo strano libro nato bifronte e che va arricchendosi di nuove facce adattandosi al contesto e all’occasione in cui viene presentato dai suoi tre autori (o meglio, quattro) – Mariano Tomatis, Davide Gastaldo, Filo Sottile e Matilde Dell’Oro Hermil –, si sta rivelando un prodigioso utensile per hackerare realtà e narrazioni.

Chi ha partecipato nel giugno scorso alla nostra festa cosmica ha avuto la possibilità di rendersene conto di persona, partecipando alla presentazione di questo libro sull’altipiano di Macereto. Una testimonianza nero su bianco della capacità di traslare dalle Alpi agli Appennini – per restare al caso appena citato – uno sguardo che non sia vittima della credulità e, al contempo, non rinunci al gusto dell’incanto e della meraviglia è Il paradiso della regina Sibilla. Un manuale per la creazione dell’Incanto, che Mariano Tomatis aveva curato proprio in occasione di Diverso il suo rilievo 2018.

Si tratta di procedere in bilico, muovendosi alla ricerca di sempre nuovi punti di equilibrio, cercando appoggi sicuri dove posare i piedi, dato che questo percorso – questa via, questa ricerca – non può che essere sconnesso e irregolare, così come irregolare è una linea di sutura.

Cosa c’entra con la montagna? Molto, almeno dal nostro punto di vista. Nel nostro manifesto è scritto che «l’Alpinismo Molotov va sulle montagne per recuperare storie che a piedi si vedono e tessono meglio», e ancora che «la “montagna” è un deposito di storie e segni di passate rivolte, resistenze, repressioni, che attendono di avere nuovamente voce». Non è invece scritto, ma andrebbe aggiunto, che altrettanto importante per noi è trovare il modo migliore per ridare voce alle storie recuperate e luce ai segni rinvenuti.

A partire da queste considerazioni l’occasione che si è data di poter presentare il Codice dell’oro in Valcamonica – la “Valle dei segni”, come sancito dalla macchina del marketing territoriale, che questa volta azzecca una scelta felice –, all’interno di uno dei parchi archeologici di arte rupestre di Capo di Ponte, non poteva essere che accolta con entusiasmo.

Prima di continuare, ecco i dettagli della presentazione: sabato 22 settembre 2018, ore 15:30, presso il Parco archeologico comunale di Seradina – Bedolina, Capo di Ponte (BS).

Leggi Tutto Nessun Commento

08 Ago2018

Curare il sisma con un sisma. Risorgimarche e la montagna che non ha nulla da festeggiare

8 Agosto 2018. Written by Redazione_am. Posted in Rizomi / Esplorazioni

La montagna come zona depressa, luogo in cui portare lavoro, ricchezza, turismo: a questa narrazione semplificatoria abbiamo sempre prestato attenzione e posto critiche alle false soluzioni: eliski, nuovi impianti di risalita, eventifici d’alta quota, eccetera.

Le montagne sempre più sono ridotte a splendido e muto scenario per eventi e spettacoli, scenografia non artificiale per artificiali attrazioni da luna park.

Siamo organizzatori di Diverso il suo rilievo, una festa che si svolge in montagna, a suo modo il nostro banco di prova della teoria che si fa prassi, abbiamo sempre sostenuto un festival importante come quello di Alta Felicità in Valsusa e ci siamo chiesti esplicitamente come si possa fare una festa in montagna.

Quel che ci è chiaro è che non c’è una risposta conclusiva, univoca e definitiva, al quesito. Al solito, la realtà è complessa ed è buona pratica non accettare risposte semplici(stiche).
Detto questo, ci sono casi in cui le dimensioni, l’impatto e le modalità con cui vengono svolti determinati eventi in aree montane non dovrebbero lasciare dubbi sulla loro inopportunità o comunque sulla loro criticità.

Ci sono eventi però che pare non possano essere messi in discussione, come Risorgimarche, kermesse di concerti che vengono proposti sui Sibillini.
In maniera appassionata Phil Connors ne ha messo in luce le criticità in una sua analisi apparsa su Facebook. La proponiamo volentieri sul nostro blog (altri commenti critici ci vengono segnalati: Paolo Piacentini, Leonardo Animali, Mario di Vito).

Il concerto di Jovanotti a Risorgimarche.

 

Provo a spiegare perché Risorgimarche è un evento che mi sta profondamente sulle palle. Inizio con due precisazioni.

A chi dice (tanti amici e amiche che stimo) “io ci sono stato ed è bellissimo” rispondo laconicamente “grazie ar cazzo”, un concerto di un’artista che ti piace (presumo, visto, che ci sei andato), gratis e in una location evocativa. Ovviamente, ti è piaciuto. Purtroppo però dire che una cosa ci piace non può essere l’unico discrimine o l’ancora di salvezza, anche chi va in un resort a 3000 metri di quota o chi parcheggia sopra alla fioritura di Castelluccio dice “io ci sono stato ed è bellissimo”. La propria singola soddisfazione, ripeto, non basta.
Seconda precisazione rispetto a chi dice “e allora … (le foibe, i marò, Montelago, Woodstock, la sagra de la papera, il deltaplano, le SAE)” vorrei dire che a colpi di “allora” siamo arrivati a dover rispiegare perché bisogna vaccinarsi o perché se sei nero hai diritto di campare come me.

Leggi Tutto 4 Commenti

31 Lug2018

Cercando libertà tra faglia e faglia: il récit collettivo di Diverso il suo rilievo 2018

31 Luglio 2018. Written by Redazione_am. Posted in Diverso il suo rilievo, Récit

Filo: Siamo corpo. Il mondo ci si rivela attraverso i sensi. Passiamo una mano su un sasso e percepiamo diversità di rilievo nell’ordine del decimo di millimetro; ci sediamo sul prato e riceviamo immediatamente informazioni su temperatura, umidità, conformazione del suolo, qualità e quantità del rivestimento vegetale. Se poggiamo le chiappe su un cardo il mondo ci parla a tu per tu, anche senza essere botanici; stesso discorso quando le narici vengono stordite dalla ginestra.

Non abbiamo l’olfatto del cane, la vista del falco, l’udito del gatto, ma i nostri sensi sono strumenti piuttosto precisi, e contribuiscono in maniera determinante alla costruzione della nostra realtà, anche quando si fanno ingannare. Desideri, fantasie, proiezioni ed emozioni colorano, danno forma, mutano in continuazione i nostri corpi. Ci ingobbiscono, ci prostrano, ci fanno camminare a un metro da terra, andare a testa alta.

È sui nostri corpi che il tempo prende appunti, li cosparge di cicatrici, fratture, segni, righe, rughe, pieghe, nei. I nostri corpi occupano spazio e sono misura dei nostri percorsi. L’unicità di ogni individuo è scritta, si manifesta nella sua corporeità.

È nelle occasioni in cui si torna a questi dati minimi di concretezza, credo, che i ragionamenti, i discorsi, le azioni acquisiscono un senso. Ma il mondo in cui viviamo, il tempo spietato del tardo capitalismo, ci aliena dai nostri corpi e li ostacola: tende fili taglienti, linee, muri, confini. Confini che ci vengono spacciati come naturali. I passaggi si fanno angusti: o si accetta di pietrificarsi in pose da contorsionista, robe mai viste nemmeno nella più rocambolesca partita a Twister, o ci si ferisce su quei fili, su quei confini. Molti perdono tout court la vita.

Simone: L’avvicinamento a Diverso il suo rilievo 2018 è stato per noi “locali” molto lungo, ricordo ancora con un misto di gioia e ansia l’annuncio dello scorso anno proveniente dal Vis Rabbia: “Ehi, abbiamo deliberato in maniera plebiscitaria che la seconda festa di Alpinismo Molotov si terrà sui Sibillini”.

Nel luglio del 2017 eravamo in piena fase preparatoria del Terre in Moto Festival a Fiastra, il cratere era ancora un cratere, immaginare Diverso il suo rilievo era la cosa più meravigliosamente folle che potevamo aspettarci. Gli ultimi mesi di preparazione, l’individuazione della location e la preparazione logistica, sono stati preceduti dalla sparatoria fascista a Macerata, dalla seguente straordinaria manifestazione del 10 febbraio e da tutto ciò che a cascata ne è seguito. Il cratere inoltre è ancora un cratere, in cui nel frattempo è ricresciuta l’erba sopra le macerie (metaforicamente ma non solo). La stessa festa si è tenuta in concomitanza con l’insediamento del nuovo governo e Diverso il suo rilievo è stata una tre giorni in cui si è respirato molto, una lunga boccata d’ossigeno prima di immergersi in quello che sarebbe venuto di lì a poco e di cui tutti eravamo purtroppo consapevoli.

Leggi Tutto Nessun Commento

  • 1
  • ...
  • 8
  • 9
  • 10
  • 11
  • ...
  • 32

Gli articoli più recenti

  • Il diamante scomparso.
    Dove ghiaccio e acqua non ci sono più: ricognizioni e appunti
  • 13 novembre 2022: ascensione molotov al Musinè, il «monte dei misteri» che ha ispirato Ufo 78
  • Tra invasi, tralicci e piste in plastica.
    18 settembre 2022, una camminata molotov sui Sibillini
  • Che la terra si sollevi!
    Dalla pianura bolognese l’esempio: 2 settembre, in marcia contro asfalto e cemento
  • Tra frane, onde e cemento. I come e i perché della camminata molotov sul Lago d’Iseo, 28 agosto 2022

Archivi

AM su Telegram

A questo link il canale Telegram di Alpinismo Molotov

AM sui social network

Twitter

Facebook

Stampa e diffondi

Versione per la stampa del Manifesto di Alpinismo Molotov

#Montagnecontrolaguerra
Tweet #alpinismomolotov Tweet di @alpi_molotov #DiversoRilievo2018

Compagni di scarpinate

  • A.P.E. – Associazione Proletari Escursionisti
  • 2ruote di resistenza
  • C.A.Z. – Collettivo Alpino Zapatista

Gli ultimi commenti

  • Loading...

Meta

  • Registrati
  • Accedi
  • Feed dei contenuti
  • Feed dei commenti
  • WordPress.org

Blog sotto
Licenza CC BY-NC-SA 3.0 IT

Demo

Immagine di sfondo
Licenza CC BY-SA 3.0

#AlpinismoMolotov | info@alpinismomolotov.org
Cleantalk Pixel