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04 Gen2018

Alpi, confine reale e disumano: intervista a Luigi D’Alife sulla situazione tra Bardonecchia e il Colle della Scala

4 Gennaio 2018. Written by Redazione_am. Posted in Staffette

Luigi D’Alife, attivista del centro sociale Gabrio di Torino, è un reporter freelance, autore di documentari dalla Siria e del lungometraggio Binxet. Sotto il confine (2017). L’abbiamo incontrato il 28 dicembre scorso per raccogliere a caldo il suo racconto e le sue impressioni di quanto sta avvenendo nei pressi di Bardonecchia, dove ormai da mesi molti migranti provano a oltrepassare il confine servendosi del Colle della Scala.

Nei giorni che sono trascorsi dall’intervista le condizioni meteo sono state alquanto variabili, vento, sole, pioggia, neve si sono avvicendati rendendo il percorso del Colle della Scala ancora più pericoloso.

La zona tra Bardonecchia Roubion e Névache in una mappa di OpenStreetMap.

Come dice Luigi nelle battute finali dell’intervista, vi invitiamo a seguire le pagine Facebook di Briser les frontières, e Tous migrants e partecipare alla camminata/ciaspolata solidale del 7 gennaio da Claviere a Monginevro, una manifestazione che ha l’obiettivo esplicito di mostrare quanto quel confine, altamente rischioso e respingente per la stragrande maggioranza dei migranti, sia permeabile a chi ha una tavola da snowboard, il denaro per l’abbonamento agli impianti di risalita e la pelle chiara.

Nel caso, assai probabile, di copiose nevicate e maltempo, la manifestazione sarà rinviata alla domenica successiva, seguite gli aggiornamenti. In ogni caso, tutte le persone che volessero partecipare sono caldamente invitate a dotarsi di attrezzatura adeguata.

Locandina della marcia prevista il 7 gennaio

AM: La settimana scorsa sei andato a Bardonecchia a filmare un po’ e a cercare di vedere com’è la situazione dei migranti che cercano di attraversare la frontiera. Cos’hai visto?
L: Partendo dal presupposto che ne seguo la storia, ne ho letto articoli, ne sento parlare ormai da quest’estate, ma pare che negli ultimi mesi il flusso va comunque aumentando, diciamo.
Siamo arrivati su assieme ad altri solidali di questa rete che si sta costituendo in Valsusa che si chiama Briser les frontières, siamo arrivati su verso le otto di sera, e diciamo che il punto di ritrovo, la base se così possiamo dire, è la stazione dei treni di Bardonecchia. Lì, nella sala d’attesa della stazione, abbiamo incontrato una decina di persone di cui la maggior parte provenivano dal West Africa ma c’era anche un gruppetto di ragazzi magrebini, appunto più o meno una decina di persone alle 8 di sera.
Alcuni quando siamo entrati nella sala d’attesa stavano provvedendo ad asciugare delle calze o le scarpe ai termosifoni perché, come poi ci hanno raccontato, avevano già provato il passaggio ma erano stati bloccati dalla gendarmeria francese e quindi rimandati in Italia al punto di partenza.
L’età media è bassa, sono tutti molto giovani, alcuni, un gruppo abbastanza cospicuo, sono minorenni. Ad esempio mi è capitato di incontrare, questo non in stazione, ma poco dopo, tre ragazzi che avevano tra i 15 e i 17 anni, tutti del Gambia. Loro però li abbiamo incontrati direttamente sulla strada che portava al Colle della Scala e quando li abbiamo incontrati a tarda sera, erano le dieci e mezza, ci hanno chiesto se li portavamo in stazione. Erano seduti per terra nella neve ed erano molto infreddoliti.
Naturalmente la stazione di Bardonecchia è un punto di passaggio dove si fa base per provare a passare il confine. Rispetto alla stazione di Bardonecchia c’è da dire che in modo un po’ assurdo la sala d’attesa viene chiusa intorno alle nove, nove e mezza di sera, e la cosa più assurda è che comunque rimane la luce accesa e il riscaldamento accesso al massimo, a palla, per cui tu da fuori, al freddo e al gelo, puoi osservare la luce ed il calore di questa sala vuota.
Intorno alle undici e mezza viene aperta una sala, sempre dentro la stazione di Bardonecchia, che da poche settimane viene gestita da questa ONG che si chiama Rainbow for Africa, che lì ha un punto d’appoggio per la notte con, credo, dieci o quindici posti letto, come appoggio momentaneo. In una stanza vicina invece hanno un punto di primo soccorso. Il problema è che tra il momento in cui viene chiusa la sala d’attesa e quello in cui poi viene aperta la questa sala dell’ONG le persone sono fuori al freddo. Questa saletta viene di nuovo chiusa alle cinque del mattino e le persone finiscono di nuovo per strada.

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04 Gen2018

Incendio al VisRabbia, la nostra solidarietà: germoglieranno i semi dalla terra bruciata

4 Gennaio 2018. Written by Redazione_am. Posted in Staffette

Nel corso della notte fra il 2 e il 3 gennaio, lo spazio sociale VisRabbia di Avigliana ha preso fuoco. Le cause non sono ancora note. Il VisRabbia è un’isola di resistenza, socialità, convivialità, crescita, confronto. Noi ci abbiamo fatto la nostra prima festa e ci siamo sentiti a casa. Il VisRabbia è le persone che lo animano.
Non abbiamo dubbi che il loro impegno, i semi sparsi in questi anni, germoglieranno presto di nuovo come sono tornati a germogliare quelli dei presidii No Tav dati alle fiamme pochi anni fa, e come torneranno a germogliare le piante sulle montagne valsusine colpite dall’incendio dell’autunno scorso.

A loro tutta la nostra solidarietà e il nostro abbraccio.

Qui, su facebook, il comunicato del VisRabbia a seguito dell’incendio.

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18 Dic2017

L’Alpe Devero e la grande opera che (quasi) tutti vogliono

18 Dicembre 2017. Written by Redazione_am. Posted in Staffette

Di piccoli e grandi comprensori turistici, del vuoto di autorevolezza dell’ambientalismo, di consenso e di conformismo.

 

Simonetta: L’Alpe Devero (Lepontine, Parco Naturale) è un luogo che fino a ora ha vissuto di poco sci da discesa, tanto scialpinismo, tante ciaspole, tanto escursionismo (in tutte le stagioni). Oggi è minacciato – indovina un po’ – dalla costruzione di un comprensorio che lo andrebbe a unire alla vicina località di San Domenico. In questo articolo leggete tutta la vicenda, se vi va.

La mia domanda è questa: ma se tutta la gente del territorio è a favore di questa cosa, al netto del fatto che ognuno ha il diritto di dire la propria e il territorio non è solo di chi ci vive, ha senso farlo? ha senso da parte di associazioni ambientaliste, CAI e quanti altri lottare contro qualcosa che tutti vogliono? Qui è una TAV (si fa per dire) al contrario. Io se lo fanno non ci metto più piede a Devero, ma mi sto deprimendo a parlare con la gente. Voi che ne pensate?

WM1: Eh, anche tutti i comuni dell’Appennino toscoemiliano erano a favore del TAV Bologna-Firenze, e se parlavi con molta gente ti dicevano che andava bene, poi quando per colpa dei lavori sono rimasti senz’acqua hanno visto le cose da un’altra prospettiva… Solo che quel che era accaduto era già stato previsto da chi criticava l’opera.

Non è vero “consenso” se non è informato. È conformismo, che è diverso.

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11 Dic2017

Incendi in Valsusa, è il tempo dell’approfondimento. Un incontro al Cels (Exilles)

11 Dicembre 2017. Written by Redazione_am. Posted in Staffette

Nei giorni degli incendi in Valsusa e in Piemonte abbiamo monitorato la situazione, nei giorni successivi ci siamo spesi in riflessioni. Adesso ci interessa approfondire.

Il riscaldamento globale, il progressivo spopolamento della montagna, la mancata cura dei boschi è la nuova normalità con cui fare i conti. Quali strategie di gestione intervento è opportuno adottare nel presente? Quali sono le prospettive future?

Ce lo chiederemo domenica 17 dicembre, alle 16,30, al Circolo amici del Cels di Exilles (borgata Moliere – mappa qui) insieme a Luca Anselmo (guida naturalista, divulgatore), Luca Giunti (naturalista, guardaparco), Paolo Chirio (volontario AIB, sindaco di Caprie).

 

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06 Dic2017

Aree interne, quali prospettive?
Un post di Simone Vecchioni per Lo stato delle cose

6 Dicembre 2017. Written by Redazione_am. Posted in Staffette

Cosa sono le aree interne? Porzioni di una flatlandia incolore? Avamposti del mercato del gusto, del tipico, del folkloristico? Luoghi da valorizzare con una nuova strada faraonica? Da attraversare con un gasdotto? Da acquistare in blocco per speculazioni a venire?

In un post pubblicato su Lo stato delle cose. Geografie e storie del doposisma Simone Vecchioni ragiona sulle politiche che stanno aggredendo queste aree e su quali siano – fuori da ogni delega e falsa soluzione – le strategie collettive di autodifesa.

Sono temi in forte risonanza con l’ottica di Alpinismo Molotov, invitiamo pertanto alla lettura del post: Prima e dopo il terremoto: il castello di sabbia della Strategia per le aree interne.

 

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27 Nov2017

Anche noi stiamo con il Valsusa Filmfest

27 Novembre 2017. Written by Redazione_am. Posted in Staffette

La locandina dell’edizione 2017 del Valsusa Filmfest.

Ci sono eventi che vampirizzano un territorio, lo piegano alle proprie logiche, lo snaturano, lo feriscono. Funzionano esattamente come una nuova inutile funivia, un impianto sciistico o un tunnel di base nel cuore della montagna.

Ci sono eventi che nascono e crescono nel proprio territorio e le energie che assorbono le restituiscono come linfa per nuove idee, nuove pratiche, nuove alleanze. Sono eventi locali che spazzano via la logica del localismo gretto, perché sono canali di comunicazione con il mondo. E sono eventi locali che contrastano la logica omologante della globalizzazione, perché fanno comunità, qui, ora, in queste condizioni con queste persone.

Questi sono gli eventi che ci piacciono e il Valsusa Filmfest è uno di questi. È notizia recente che quest’anno dovrà fare a meno dei fondi regionali. Ci preme divulgare il loro comunicato e invitarvi a sostenerlo.

 

Io sto con il Valsusa Filmfest

Quando è stato fondato il Valsusa Filmfest (1996) non c’era Facebook, internet era conosciuto da pochi, i cellulari non erano strumento di massa, in compenso erano in vita ancora tanti partigiani memoria storica di questo Paese e insieme a loro (capitanati dal più giovane di tutti Bruno Carli), è stata costruita una manifestazione (sui temi dell’ambiente e della memoria) che è diventata una piattaforma a disposizione dell’intera comunità. Impossibile elencare tutte le iniziative svolte (oltre al cinema, workshop, incontri, spettacoli teatrali e mostre), i servizi logistici offerti (sempre gratuitamente) alle scuole di ogni ordine e grado, alle amministrazioni comunali, alle associazioni del territorio. Caparbiamente abbiamo tirato avanti, fra successi e piccoli problemi. Oltre vent’anni di resistenza, ma anche di vera passione, e di incoscienza (sentimento che contraddistingue chi si lancia anima e corpo in queste imprese, senza mai farne motivo di lucro, anzi).

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