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18 Dic2017

L’Alpe Devero e la grande opera che (quasi) tutti vogliono

18 Dicembre 2017. Written by Redazione_am. Posted in Staffette

Di piccoli e grandi comprensori turistici, del vuoto di autorevolezza dell’ambientalismo, di consenso e di conformismo.

 

Simonetta: L’Alpe Devero (Lepontine, Parco Naturale) è un luogo che fino a ora ha vissuto di poco sci da discesa, tanto scialpinismo, tante ciaspole, tanto escursionismo (in tutte le stagioni). Oggi è minacciato – indovina un po’ – dalla costruzione di un comprensorio che lo andrebbe a unire alla vicina località di San Domenico. In questo articolo leggete tutta la vicenda, se vi va.

La mia domanda è questa: ma se tutta la gente del territorio è a favore di questa cosa, al netto del fatto che ognuno ha il diritto di dire la propria e il territorio non è solo di chi ci vive, ha senso farlo? ha senso da parte di associazioni ambientaliste, CAI e quanti altri lottare contro qualcosa che tutti vogliono? Qui è una TAV (si fa per dire) al contrario. Io se lo fanno non ci metto più piede a Devero, ma mi sto deprimendo a parlare con la gente. Voi che ne pensate?

WM1: Eh, anche tutti i comuni dell’Appennino toscoemiliano erano a favore del TAV Bologna-Firenze, e se parlavi con molta gente ti dicevano che andava bene, poi quando per colpa dei lavori sono rimasti senz’acqua hanno visto le cose da un’altra prospettiva… Solo che quel che era accaduto era già stato previsto da chi criticava l’opera.

Non è vero “consenso” se non è informato. È conformismo, che è diverso.

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11 Dic2017

Incendi in Valsusa, è il tempo dell’approfondimento. Un incontro al Cels (Exilles)

11 Dicembre 2017. Written by Redazione_am. Posted in Staffette

Nei giorni degli incendi in Valsusa e in Piemonte abbiamo monitorato la situazione, nei giorni successivi ci siamo spesi in riflessioni. Adesso ci interessa approfondire.

Il riscaldamento globale, il progressivo spopolamento della montagna, la mancata cura dei boschi è la nuova normalità con cui fare i conti. Quali strategie di gestione intervento è opportuno adottare nel presente? Quali sono le prospettive future?

Ce lo chiederemo domenica 17 dicembre, alle 16,30, al Circolo amici del Cels di Exilles (borgata Moliere – mappa qui) insieme a Luca Anselmo (guida naturalista, divulgatore), Luca Giunti (naturalista, guardaparco), Paolo Chirio (volontario AIB, sindaco di Caprie).

 

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06 Dic2017

Aree interne, quali prospettive?
Un post di Simone Vecchioni per Lo stato delle cose

6 Dicembre 2017. Written by Redazione_am. Posted in Staffette

Cosa sono le aree interne? Porzioni di una flatlandia incolore? Avamposti del mercato del gusto, del tipico, del folkloristico? Luoghi da valorizzare con una nuova strada faraonica? Da attraversare con un gasdotto? Da acquistare in blocco per speculazioni a venire?

In un post pubblicato su Lo stato delle cose. Geografie e storie del doposisma Simone Vecchioni ragiona sulle politiche che stanno aggredendo queste aree e su quali siano – fuori da ogni delega e falsa soluzione – le strategie collettive di autodifesa.

Sono temi in forte risonanza con l’ottica di Alpinismo Molotov, invitiamo pertanto alla lettura del post: Prima e dopo il terremoto: il castello di sabbia della Strategia per le aree interne.

 

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27 Nov2017

Anche noi stiamo con il Valsusa Filmfest

27 Novembre 2017. Written by Redazione_am. Posted in Staffette

La locandina dell’edizione 2017 del Valsusa Filmfest.

Ci sono eventi che vampirizzano un territorio, lo piegano alle proprie logiche, lo snaturano, lo feriscono. Funzionano esattamente come una nuova inutile funivia, un impianto sciistico o un tunnel di base nel cuore della montagna.

Ci sono eventi che nascono e crescono nel proprio territorio e le energie che assorbono le restituiscono come linfa per nuove idee, nuove pratiche, nuove alleanze. Sono eventi locali che spazzano via la logica del localismo gretto, perché sono canali di comunicazione con il mondo. E sono eventi locali che contrastano la logica omologante della globalizzazione, perché fanno comunità, qui, ora, in queste condizioni con queste persone.

Questi sono gli eventi che ci piacciono e il Valsusa Filmfest è uno di questi. È notizia recente che quest’anno dovrà fare a meno dei fondi regionali. Ci preme divulgare il loro comunicato e invitarvi a sostenerlo.

 

Io sto con il Valsusa Filmfest

Quando è stato fondato il Valsusa Filmfest (1996) non c’era Facebook, internet era conosciuto da pochi, i cellulari non erano strumento di massa, in compenso erano in vita ancora tanti partigiani memoria storica di questo Paese e insieme a loro (capitanati dal più giovane di tutti Bruno Carli), è stata costruita una manifestazione (sui temi dell’ambiente e della memoria) che è diventata una piattaforma a disposizione dell’intera comunità. Impossibile elencare tutte le iniziative svolte (oltre al cinema, workshop, incontri, spettacoli teatrali e mostre), i servizi logistici offerti (sempre gratuitamente) alle scuole di ogni ordine e grado, alle amministrazioni comunali, alle associazioni del territorio. Caparbiamente abbiamo tirato avanti, fra successi e piccoli problemi. Oltre vent’anni di resistenza, ma anche di vera passione, e di incoscienza (sentimento che contraddistingue chi si lancia anima e corpo in queste imprese, senza mai farne motivo di lucro, anzi).

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07 Nov2017

Una nuova “capanna” per lo sciame apeino, che oggi festeggia 98 anni

7 Novembre 2017. Written by Redazione_am. Posted in Staffette

Di Alberto “Abo” Di Monte

 

L’inaugurazione del Rifugio di APE Roma a Poggio Catino.

Quello di ottobre è stato un mese frizzante per la compagine apeina.
Dovessi raccontarlo al meglio però non partirei dall’inizio né dalla fine ma giusto dalla metà. Il 15 ottobre infatti ha inaugurato il Rifugio della sezione capitolina dell’Associazione Proletari Escursionisti.

Arrivo a Roma il 14 sera, la partenza è prevista per le 23 da Casetta Rossa (la casa base di APE Roma nel cuore della Garbatella) e di lì a Poggio Catino, in provincia di Rieti, va poco meno di un’ora e mezza di auto.
Il rifugio, in località Trio, ha l’allacciamento alla corrente ma all’arrivo lo illuminiamo con un fascio di torce e la sensazione è impressionante per via della struttura costruita attorno a tre alberi che letteralmente bucano il tetto del corpo principale (complessivamente il rifugio comprende tre edifici). Attorno al camino si fantastica fino a tarda notte di un sogno che, per lo sciame apeino, si rincorre da novantaquattro anni.

Tanto è passato dal 1923, quando per la prima volta in località Carlanta, ai piedi del gruppo delle Grigne, fu individuato il primo terreno per la costruzione della “capanna”. Sui bollettini del consorzio e su Sport e proletariato, il settimanale di sport popolare molto diffuso all’epoca, la denuncia delle crescenti difficoltà dovute all’incedere del Fascismo si avvicendano presto alle campagne di sottoscrizione.
Nell’arco di settimane si passa dall’acquisto alla svendita, i cui proventi sono devoluti al “soccorso rosso”.

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04 Nov2017

Il grande Sikorsky, storia di un altro grande incendio

4 Novembre 2017. Written by Redazione_am. Posted in Staffette

Incendio in Val Tramontina

 

A ceneri ancora bollenti dalla Valsusa colpita da immane incendio, Davide Gastaldo – attivista No Tav e consigliere comunale a Mompantero – alcuni giorni fa ha scritto un racconto delle lunghe giornate e nottate vissute in valle a contrastare le fiamme, racconto pubblicato su Giap col titolo L’incendio in Valsusa raccontato da dentro. Una narrazione in prima persona che oltre a fornire importanti informazioni di prima mano ha anche un forte impatto emotivo in chi legge.
A seguito di questa pubblicazione Alpinismo Molotov ha ricevuto un contributo da parte di Gregorio Piccin, coinvolto nel contrasto a un incendio che nel 2012 si sviluppò per nove giorni consecutivi in Val Tramontina, una vallata nelle Prealpi Carniche. Piccin all’epoca era volontario di Protezione Civile e assessore all’ambiente del comune di Tramonti di Sotto (PN) e, dopo l’incendio, scrisse – proprio come Davide Gastaldo – una memoria di quanto successe, ponendo al contempo una serie di spunti di riflessione sull’inadeguatezza sistematica con cui gli incendi di aree boschive vengono affrontati.
Leggendolo siamo rimasti colpiti dalle forti analogie con quanto successo nelle ultime settimane in Valsusa e, più in generale, nel piemontese. Ma, trattandosi di limiti strutturali, è chiaro che questi pesano su ogni situazione d’intervento in caso d’incendio.
Dal 2012 sono passati cinque anni, la situazione generale è nettamente peggiorata, sia per l’intensificarsi degli effetti del global warming – la macrocausa che favorisce gli incendi – e la mancata volontà politica di adattare la gestione forestale alle nuove condizioni climatiche, sia per scelte governative e amministrative scellerate, come il decreto Madia che ha depotenziato ruolo e capacità d’intervento della Guardia forestale e dei Vigili del fuoco.

Il racconto/riflessione di Gregorio Piccin ci sembra, in questo momento, un contributo importante, che abbiamo quindi deciso di pubblicare.
Prima di lasciarvi alla lettura, una nota: pur certi che la proposta avanzata da Piccin di una “leva obbligatoria” in cui «l’obiezione di coscienza sia convogliata nella protezione civile» sia lontanissima da convinzioni militariste (come è già evidente dalla sua contestualizzazione), questa ci lascia – per più di una ragione – perplessi.

 

Il grande Sikorsky: microstoria di un grosso incendio, storia di una diffusa irrazionalità

di Gregorio Piccin

 

Il grosso incendio

A volte la natura gioca con se stessa in un modo che ci può apparire bizzarro.
In Val Tramontina, una delle zone più piovose e ricche d’acqua d’Italia erano mesi che non nevicava o pioveva…
Sabato 24 marzo arriva finalmente un temporale, ma dura giusto il tempo di scaricare un paio di fulmini sul monte Brusò: è il fuoco, nella sua versione più primitiva e pura.
Domenica, già in mattinata, personale del Corpo Forestale e volontari della Protezione Civile organizzano un vascone a Campone per assistere un elicottero con una benna da 800 litri che comincia la staffetta da lì verso l’incendio mentre iniziano i primi interventi da terra.

Ma il fuoco di notte non dorme ed anzi si risveglia anche più forte di prima offrendoci uno spettacolo davvero impressionante.

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