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16 Set2015

Compensazioni e guasti collaterali

16 Settembre 2015. Written by Redazione_am. Posted in Rizomi / Esplorazioni

di Roberto Gastaldo

 

Ma che piccola storia ignobile mi tocca  raccontare
Così solita, e banale, come tante
Che non merita nemmeno due parole su un giornale
(F.Guccini , “Piccola storia ignobile”)

 

Comune di Salbertrand, frazione Sapè, all’interno del parco naturale del Gran Bosco di Salbertrand. La carrozzabile sterrata che sale dal capoluogo (chiusa al traffico, siamo nel parco) svolta a destra e spiana, lasciando intravedere i resti di un fortino di epoca napoleonica, coperto e nascosto dalla vegetazione. Poco prima della curva sulla destra si stacca una pista più larga, che dietro una  sbarra sale ripida ad attraversare dei prati, fino ad una dozzina di anni fa molto battuti dai cercatori di funghi più pigri, quelli che si accontentano dei pinaioli per la frittura, disinteressandosi delle ‘crave’, più pregiate ma abitanti di luoghi più appartati. Fino ad una dozzina di anni fa, già.

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09 Set2015

Denali-McKinley, il ritorno del più alto. Un commento di Gigi Alippi

9 Settembre 2015. Written by Redazione_am. Posted in Rizomi / Esplorazioni

Nella lingua dei nativi Denali significa “quello alto”, perché il Denali – conosciuto fino al 31 agosto scorso come McKinley – è con la sua quota di  6.190 m s.l.m. la montagna più alta dell’America Settentrionale. Il ripristino del nome Denali da parte del presidente statunitense Obama ha avuto molta risonanza. In Italia, ma non solo, questa montagna è conosciuta e legata alla spedizione del 1961 dei Ragni della Grignetta guidata da Riccardo Cassin, che raggiunse la vetta dalla parete sud. Gigi Alippi fece parte di quella spedizione, per Alpinismo Molotov Alberto “Abo” Di Monte ha chiesto a lui un commento sul ripristino del nome Denali, commento che si conclude con un ricordo della storica spedizione.

Luigi Airoldi, Jack Canali e Gigi Alippi sul McKinley/Denali nel 1961 con la spedizione guidata da Riccardo Cassin.

Luigi Airoldi, Jack Canali e Gigi Alippi sul McKinley/Denali nel 1961 con la spedizione guidata da Riccardo Cassin.

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19 Ago2015

Feurnacht
Alto Adige 1961-1964
#TifiamoScaramouche

19 Agosto 2015. Written by Redazione_am. Posted in Rizomi / Esplorazioni

di Flavio Pintarelli

1. Alba, 19 luglio 1964

Il dolore ai polpacci si fece meno intenso mano a mano che la salita s’addolciva e il bosco lasciava spazio ai prati dell’alpeggio. Scaramouche spalancò la bocca in un respiro profondo ma non riuscì a terminare d’inspirare che sentì i polmoni imbeversi d’umido, come fossero due spugne. Tutt’intorno a lui, il bosco traspirava umidità, mentre nebbie cariche d’humus si levavano mano a mano che l’alba avanzava, facendo capolino tra le vette.

«Come ci sono finito qui?» si domandò Scaramouche tossendo.

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08 Ago2015

Alpinisme Savate
Monte Bianco 1786-1789
#TifiamoScaramouche

8 Agosto 2015. Written by Redazione_am. Posted in Rizomi / Esplorazioni

Oggi, l’8 agosto di 229 anni fa, Jacques Balmat e Michel Gabriel Paccard calcavano la vetta del Monte Bianco, primi bipedi implumi a riuscirci. Il racconto che segue è il piccolo omaggio di Alpinismo Molotov* e di Tifiamo Scaramouche a quella che tradizionalmente viene identificata come la nascita dell’alpinismo propriamente detto.

 

… Alla fine dell’intervista, dopo che Jacques Balmat ebbe finito di scolare l’ultimo bicchiere della terza bottiglia, pensai bene di suggellare il suo eroico racconto della prima ascensione del Monte Bianco con una bella frase ad effetto che ne riassumesse la fatica e la prostrazione a cui lo portò l’impresa, sicché sentenziai giulivo: «Insomma… No brioche sul Monte Bianco!».

L’uomo, fino a quel momento allegro e chiacchierone, sbiancò, proprio come il monte che l’ha reso famoso.  «Dove avete sentito questa frase?» chiese con un fil di voce.

«Oh è solo un gioco di parole che mi è venuto in mente così, al momento» mi affrettai a tranquillizzarlo, preoccupato e stupito dal suo repentino mutamento di umore.

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05 Ago2015

L’inverno dei morti
Valle Camonica 1709
#TifiamoScaramouche

5 Agosto 2015. Written by Redazione_am. Posted in Rizomi / Esplorazioni

di Mr Mill

Acquaforte di G. P. Mitelli (1709)

Acquaforte di G. P. Mitelli (1709)

Mancava un canto del gallo, prima che comparisse – sul muro a ridosso del sagrato in selciato della chiesa – la bianca scritta in calce; poche ore dopo che, come in preda a pazzia, pane e farina furono distribuiti fra le famiglie del paese direttamente dalle mani del fornaio, con gli occhi allucinati e le mani tremanti di chi ha visto la morte in volto.

Nel villaggio e nella campagna attorno tutto era segnato dallo strato di ghiaccio che aveva ricoperto case e vicoli, piante e prati; per giorni nei rivi e nel torrente l’acqua aveva fermato la sua corsa, nessuno ricordava che il torrente si fosse mai ghiacciato. Il vino era gelato nelle botti, ma questa era una preoccupazione per pochi. La farina non era gelata, ma oramai le scorte nelle case di quei contadini di montagna erano prossime alla fine. Dopo i giorni di bufera ogni cosa familiare aveva mutato aspetto, come annunciando la venuta ormai prossima dell’Apocalisse. A raccontarla tutta, in quel villaggio, dal grande freddo a quel canto del gallo, mai erano successi fatti così sconvolgenti, misteriosi e – di grazia – portatori di una mìgola di giustizia.

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05 Giu2015

Perfetti cercatori di alberi e alberisti molotov. Appunti

5 Giugno 2015. Written by Redazione_am. Posted in Rizomi / Esplorazioni

di Filo Sottile

Gli Ent. Particolare del murales di Blu sulle mura del XM24, a Bologna.

Gli Ent. Particolare del murales di Blu sulle mura del XM24, a Bologna.

Ma quello che cos’è?

«Peccato, mi dico, peccato non saper riconoscere tutti gli alberi, riconoscere le foglie e i tronchi. Sì, qualcosa riconosco ma non tutto». Sono parole di Yamunin, estrapolate dal suo récit d’ascension al Musinè. Sono parole sue, ma potrebbero essere mie. Nei boschi, in montagna, in città, nei parchi, nelle residenze private, innumerevoli volte mi è capitato di chiedermi: e questo che albero è?

Più cose conosci, più scopri d’essere ignorante e più cose vuoi conoscere. A novembre ho iniziato un corso di frutticoltura, l’esperienza mi ha entusiasmato e da allora la percezione dello spazio intorno a me è radicalmente cambiata. Non pago di quanto appreso al corso, mi sono procurato tre diversi manuali per identificare gli alberi e ormai esco di casa solo se ne ho almeno uno nello zaino.

Negli ultimi mesi ho scoperto che le magnolie non sprofondano sotto terra quando sfioriscono. Continuo a vederle, giuro. E nel giardinetto pubblico davanti casa non ci sono più “alberi”, ma aceri americani (acer negundo), carpini bianchi, platani, laurocerasi, ginepri sabini, tigli nostrali. Ho scoperto che uno dei sentieri che percorro più spesso, attraversa un bosco dove si alternano gaggìe (robinia pseudoacacia), castagni, ciliegi, farnie, roverelle, salici bianchi, noccioli, sambuchi. Credo anche, ma non sono ancora sicuro, di aver identificato alcuni esemplari di fusaggine (euonymus europaeus) e faccio la posta ai fiori per averne conferma.

Questa nuova passione arborea si è fatta il suo cantuccio in mezzo ad altre più antiche, narrazione e viaggi a piedi in particolare, che l’hanno influenzata fino al punto da far germogliare un’idea: l’alberismo molotov. Nei giorni in cui riflettevo su una deriva vegetale dell’alpinismo molotov, ho letto il Manuale del perfetto cercatore d’alberi di Tiziano Fratus (Kowalski, Milano 2013), una lettura che a fasi alterne mi ha entusiasmato e mi ha lasciato perplesso. Qui di seguito ho raccolto, inestricabilmente intrecciati, appunti e riflessioni sui perfetti cercatori di alberi e gli alberisti molotov.

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