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08 Giu2017

Una piccola opera utile. Appunti sul Gran Pertus

8 Giugno 2017. Written by Redazione_am. Posted in Diverso il suo rilievo, Narrazioni

di Roberto Gastaldo

 

Sabato 3 giugno, all’interno di Diverso il suo rilievo, abbiamo effettuato un’escursione ai Quattro Denti di Chiomonte (che, come qualcuno ha notato durante la salita, non sono esattamente quattro, il nome è dovuto al fatto che in piemontese “quatr” si usa per “un po’ di”). Siamo stati piacevolmente stupiti dal numero dei partecipanti, siamo partiti in 94 per un’escursione di oltre 1000 metri di dislivello, alcuni hanno dovuto fermarsi lungo il percorso, ma 84 persone sono arrivate fino in cima, e questa, assieme ai commenti sentiti durante la discesa, è stata una grande soddisfazione. Il numero ha portato però ad una certa dispersione, in conseguenza della quale quando la coda del gruppo ha raggiunto il Gran Pertus la testa aveva già proseguito verso la cima, e così alcuni non hanno potuto ascoltare la storia di quell’opera. Per loro, per chi si era fermato prima e per chi proprio non era partito pubblichiamo qui gli appunti che sono stati letti.

Il nome ufficiale è “Trou de Touilles”, ma tutti lo conoscono come “Il Gran Pertus”, il grande buco. Fu scavato nel XVI secolo su richiesta degli abitanti di Cels, frazione di Exilles, e di quelli delle Ramats, frazione di Chiomonte, per portare le acque del rio Touilles sul versante exillese e chiomontino. Si dà per certo che esistesse già un acquedotto sospeso in legno che aggirava i Quattro Denti, ma era di scarsa portata e richiedeva molte spese di manutenzione, inoltre era utilizzabile nei soli mesi estivi. In anni precedenti si era già tentato di realizzare il traforo, ma l’impresa era stata abbandonata dopo pochi metri di scavo per i problemi che presentava. Fu Colombano Romeàn, un minatore nato a Ramats e che aveva lavorato tutta la vita in Francia, nel dipartimento del Gard, che tornando al paese natale ormai cinquantenne decise di riprenderla e concluderla. Ancora oggi l’opera idraulica viene indicata sulla cartografia con il toponimo di “Traforo Romean”.

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06 Giu2017

#DiversoRilievo: una festa col botto

6 Giugno 2017. Written by Redazione_am. Posted in Diverso il suo rilievo

Sono passate quarantott’ore dal termine della prima festa di Alpinismo Molotov, Diverso il suo rilievo. Siamo frastornati, un misto di gioia e malinconia, per una partecipazione che ha superato ogni nostra più rosea previsione, per il calore delle relazioni, perché abbiamo percepito negli abbracci, nel sudore e nella fatica condivisa, la libera espressione delle sensibilità dei corpi e dei desideri, del loro tempo. E allora la gioia, quella che lavora nel profondo. E allo stesso tempo, tornati alle nostre case dopo giorni talmente belli e intensamente comunitari, la malinconia.

Abbiamo l’urgenza di ringraziare chi ci ha sostenuto dall’inizio, chi ha partecipato alla festa – singoli e singole, lo sciame apeino, il Caz –, chi ha accettato il nostro invito a discutere con noi, chi ha suonato e cantato nelle due serate, chi ha proposto le escursioni e le ha riempite di storie. Grazie a tutte e tutti. Grazie a Wu Ming.

Infine, un ringraziamento particolare a chi ci ha ospitato, alle compagne e ai compagni del VisRabbia, senza di loro questa festa non sarebbe stata.

Provare a narrare la festa con un coro di voci ci pare ora il passo necessario. Invitiamo pertanto chi ha partecipato alla tre giorni a raccontarci – con un aneddoto o un episodio, con un’immagine, con la propria testimonianza del prima, del durante o del dopo – il suo diverso rilievo in festa.

L’e-mail a cui inviare il vostro contributo è info@alpinismomolotov.org

Le intense giornate della festa hanno reso chiaro ciò a cui alludeva il titolo, Diverso il suo rilievo: non il “diverso rilievo” di Alpinismo Molotov, ma un diverso rilievo diffuso e condiviso (con Ape, Caz, singole e singoli) che durante la festa ha preso corpo.  Il sentiero su cui proseguire è tutto da tracciare, ma lo faremo a partire da questa consapevolezza, intersecando il nostro cammino – di comunità/collettivo/mailing-list aperta – con quello delle compagne e dei compagni di scarpinata.

Adesso, per non rischiare di perdere l’equilibrio, lanciamo lo sguardo in avanti, consci d’aver riportato a casa qualcosa di prezioso:

«Guardiamo alla montagna come parte del mondo che ci circonda: l’alpinismo è “molotov” nella misura in cui fa emergere nuove contraddizioni e nuovi strumenti, concettuali – narrativi – cognitivi, per affrontarle. Si va in montagna per tornare con “nuove armi” con cui affrontare il vivere quotidiano. Si va in montagna consapevoli che si procede sempre in bilico».

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31 Mag2017

#DiversoRilievo: le scarpinate a passo oratorio

31 Maggio 2017. Written by Redazione_am. Posted in Diverso il suo rilievo, In cammino

Last but not least, prima dell’inizio di Diverso il suo rilievo, alcuni dettagli sulle escursioni.

Sabato e domenica, infatti, avremo modo di conoscerci e confrontarci condividendo il cammino, accordando il passo che sarà – l’abbiamo sempre detto – oratorio.

Per chiarire lo spirito di queste scarpinate in compagnia, concedeteci di autocitarci:

«Durante la 3 giorni di festa ci sarà la possibilità di partire (e tornare) insieme per delle escursioni. Nessuno accompagnerà nessuno, cammineremo insieme al ritmo del più lento, raccontando storie e raccontandoci. Ogni partecipante che vorrà unirsi lo farà sotto la propria responsabilità, ma con la certezza di poter fare affidamento sulla responsabilità collettiva di chi è complice e solidale.
Alpinismo Molotov proporrà dei percorsi, lo faremo cercandone di proporne di adatti a tutte le gambe, ma soprattutto di (meglio) adatti al passo oratorio: perché i passi possano poi muovere parole, cercheremo lungo gli itinerari storie da raccontarci, parole che muovano i passi.»

Prima di lasciarvi alle descrizioni delle escursioni vi invitiamo, prima di mettervi in viaggio verso il VisRabbia, a leggere le raccomandazioni di nonna Molotova.

Ci vediamo tra pochissimo alla prima festa di Alpinismo Molotov!

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30 Mag2017

Dui racumandassiun par la festa.
Il post della nonna

30 Maggio 2017. Written by Redazione_am. Posted in Diverso il suo rilievo, In cammino

Ormai ci siamo. Manca davvero poco. Venerdì comincia Diverso il suo rilievo.

Escursioni

Tutte le escursioni partono dal VisRabbia. Prevedono tutte uno spostamento in auto, da un minimo di cinque minuti a un massimo di tre quarti d’ora. Chiediamo a chi parteciperà e ha l’auto di mettere a disposizione i posti liberi a chi arriverà con altri mezzi e sarà senz’auto. Dove andiamo?

Sabato 3

  • Palude dei Mareschi, escursione a portata di bimb* proposta da Enrico Bruno.
  • Ascesa ai Quattro Denti, escursione in quota proposta da Roberto Gastaldo.

Domenica 4

  • Tour dei presidi No Tav, escursione in bicicletta proposta da Bike Partisans.
  • Ascesa al Musinè, escursione aliena proposta da Mariano Tomatis.
  • “Pietre Castagne e Santi”, da San Giorio a Villarfocchiardo e ritorno, sulle tracce delle attività umane della valle, escursione a portata di bimb* proposta da Luca Giunti.

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26 Mag2017

La montagna a due voci:
intervista ai PassAmontagne

26 Maggio 2017. Written by Redazione_am. Posted in Diverso il suo rilievo, Musica

Canti che attraversano confini, storie che si trasmettono oltre le barriere nazionali arricchendosi di sfumature, particolari, melodie e ritmi. Canti che diventano opere collettive, patrimonio comune a cui tutti possono attingere e contribuire. Canti trasmessi di generazione in generazione, che incuranti dello spazio e del tempo risuonano nelle valli e tra gli alpeggi, per scendere alle terre basse, a ricordare e raccontare un mondo apparentemente lontano. Il duo PassAmontagne – composto da Lorenzo Valera e Valentina Volonté – racconta il mondo della altezze attraverso il canto popolare. Si definiscono “contrabbandieri di suoni, melodie e parole” – come già avevamo riportato nel breve post di presentazione pubblicato il 27 aprile scorso – e nel mondo da loro cantato, le frontiere si trasformano in punti di contatto e collegamento fra le persone, dalle Alpi ai Pirenei, dalle Ande, ai monti della Kabila. Li abbiamo incontrati e intervistati prima del concerto che terranno a “Diverso è il suo rilievo”, sabato 3 giugno alle ore 21,00.

AM: Che cosa significa raccontare il mondo della montagna attraverso il canto popolare?

Lorenzo: Il canto è prima di tutto il nostro approccio per raccontare la cultura popolare. Abbiamo iniziato a Milano, diversi anni fa, con l’Associazione Voci di Mezzo e proprio nel canto popolare abbiamo scoperto una chiave molto interessante per raccontare un intero mondo che raramente trova spazio nei libri di storia. L’idea di rivolgerci alla montagna ci è venuta poi per un concerto a tema che dovevamo preparare, e da lì in poi ci è rimasta la curiosità di esplorare le montagne del mondo e di conoscere attraverso il canto popolare le loro diverse culture. Il canto è un documento, come lo sono gli attrezzi che venivano usati per lavorare, o i documenti scritti di un’epoca e ha un suo modo specifico di raccontare che ci piace molto. E poi, oltre a essere una chiave di accesso alle culture, il canto è un momento di piacere e di divertimento, perché non ci limitiamo ad ascoltare e ricercare: amiamo cantare proprio!

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23 Mag2017

Heidi, si ribellano i monti (?)
Una recensione di Alpi ribelli

23 Maggio 2017. Written by Redazione_am. Posted in Diverso il suo rilievo, Libri

di Martina Gianfranceschi, Simonetta Radice e Vecio Baeordo

 

Alpi Ribelli non è un libro ribelle. Nel sottotitolo, Storie di montagna, resistenza e utopia, la parola più importante è “Storie”. Storie di ribellione ambientate lungo l’arco alpino, scelte tra gli innumerevoli esempi che dimostrano la costante propensione delle terre alte a resistere ai soprusi delle terre basse: pianure, città, stati, mercati, capitali. Probabilmente se fosse un libro “militante” sarebbe superfluo: la sua utilità invece è quella di documentare la continuità, attraverso le epoche storiche, di un’attitudine riottosa dei territori alpini.

Questa propensione alla rivolta tuttavia, come l’introduzione spiega, non può essere ridotta semplicemente all’autodifesa, a volte disperata, di minoranze geograficamente periferiche e teoricamente arretrate per le quali ribellarsi fu l’unica scelta possibile. Al contrario, si direbbe che lo sguardo “dall’alto” in alcune occasioni e in determinati momenti storici sia stato in grado di esprimere una concezione della realtà più naturale e lungimirante (verrebbe da dire “illuminata”) di quella che sarebbe stato logico attendersi dal mondo delle città, più ricche, acculturate e teoricamente progredite, che invece alla prova dei fatti si sono dimostrate spesso, fino ai giorni nostri, schiave della propria centralità e di qualche tipo di pensiero unico. Le storie di questo libro molto spesso sono lotte combattute anche, quando non soprattutto, per rivendicare la validità e la superiorità di quelle visioni del mondo. Visioni che in questi ultimi decenni possiamo ritrovare approssimativamente riassunte nelle istanze ambientaliste e altermondialiste.

Le storie del libro sono spesso concatenate con grazia e mestiere: possono partire dal finale della precedente, possono lanciare nel finale quella che segue. Qui possiamo invece scomporre la sequenza e provare a distinguere le tipologie più frequenti di ribellioni, perché le tematiche sono per lo più ricorrenti.

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