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15 Giu2015

Via del Sale: un progetto di trekking e narrazione

15 Giugno 2015. Written by Redazione_am. Posted in Staffette

di Alberto “Abo” Di Monte

La Via del Sale.La “Via del Sale”, ma sarebbe più corretto parlare di “vie”, scomodando sin d’ora il plurale, è un intreccio di sentieri, strade e mulattiere, che i mercanti hanno percorso per secoli e secoli, carichi di sacchi del prezioso alimento. Al riparo dai pericoli dell’inquieto fondovalle, lontani da acquitrini invalicabili e brigantaggio, il commercio dell’ingrediente principe per la conservazione degli alimenti viaggiava lungo il tracciato dell’alta via che, dai porti di Genova e Recco, si spinge sino al pavese, al piacentino, al Piemonte.

La sicurezza della rotta aveva un costo. Prima d’intraprendere il viaggio lungo le creste e i crinali dell’appennino ligure, i mercanti erano tenuti al pagamento di una tassa di percorrenza alla casata di turno. Solo una volta raggiunta la pianura il sale veniva venduto, comprato, scambiato con pelli e cuoio, tessuti e prodotti locali. Così è stato fino ad un secolo fa.

Un metro sopra gli zoccoli e gli scarponi, assieme alle sacche ricolme di sale, viaggiavano culture, tradizioni, lingue… storie.

Da qui a poche settimane intraprenderò questo cammino laico di quattro giorni. Altri due viandanti s’incammineranno per le vie “secondarie” per condividerne l’esperienza in presa diretta con chi avrà voglia di accompagnarci anche solo per parole e immagini.

L’intreccio dei tre percorsi avverrà nel Parco naturale regionale dell’Antola, in quella che fu la zona d’azione di Bisagno (all’anagrafe Aldo Gastaldi) noto come il “primo partigiano”.

A cavallo tra storia ed escursionismo, sulla cresta che abbraccia le “terre alte”, giocheremo assieme la carta della rottura della coincidenza tra fine del percorso ed obbiettivo. E’ questa la marca stilistica che separa il viaggiatore dal turista e dal mercante, così come, in forma differente, dal pellegrino. Con un piccolo progetto di crowdfounding, ospitato dalla piattaforma “Produzioni dal basso”, sto provando a rendere tutto questo possibile e non oneroso, con l’obiettivo di restituire ai sostenitori (e più avanti a chiunque ne abbia il piacere) un arricchito diario di bordo che verrà pubblicato nei mesi a venire. Tra calzini e antipioggia, porto nello zaino (e nelle intenzioni) un esercizio ibrido di manualistica narrativa. E voi quanto ne sapete del (la via del) sale della terra?

Qui trovate qualche info in più sul progetto.

Buoni viaggi.

 

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24 Mag2015

O Gorizia tu sei maledetta!
100 anni di ammutinamento e diserzione

24 Maggio 2015. Written by Redazione_am. Posted in Staffette

di Lo.Fi.

La mattina del cinque d’agosto
si muovevan le truppe italiane
per Gorizia, le terre lontane
e dolente ognun si partì

23 maggio 2015: parto da Monfalcone per Gorizia.  In maniera del tutto involontaria mi ritrovo a passare in macchina per i luoghi che cento anni fa furono teatro della grande mattanza. Cave di Selz, Trincea della morte, Monte San Michele. Sarà autosuggestione eppure ogni volta che passo per questa landa carsica mi sembra di sentire scampoli di terrore trattenuti ancora nelle radure tra una dolina e l’altra, come se l’adrenalina e il sangue versati a ettolitri cento anni fa ne avessero inquinato irrimediabilmente le falde. Ma di rosso oggi scorgo soltanto le infiorescenze lanuginose del sommaco che incorniciano la strada provinciale n° 15 e la bandiera che garrisce in cima all’allampanato albero della cuccagna issato in paese a Doberdob per le celebrazioni del maggio.

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09 Apr2015

#AlpinismoMolotov Against Éliski

9 Aprile 2015. Written by Redazione_am. Posted in Staffette

Il fenomeno dell’éliski sulle Alpi è diffuso solo in Italia (tranne che nelle provincie di Trento e Bolzano) e in Svizzera. L’Alpinismo Molotov è in completa antitesi con questa pratica, come si è potuto vedere da alcune notizie che abbiamo riproposto sul nostro tumblog. Qui riportiamo le nostre motivazioni del “perché no”.

È un’attività che porta benefici a pochissimi e reca disturbo a molti. Il trasporto in alta quota di pochi sciatori costringe intere valli a subire per molte ore il rumore degli elicotteri.

Gli animali selvatici, spaventati dall’apparizione dei velivoli a motore, si danno alla fuga. Impauriti, percorrono grandi distanze con un elevato e inutile dispendio di energie (fino a dieci volte rispetto a quando camminano) che può essere fatale – soprattutto in inverno (periodo di maggiore scarsità di cibo), durante il quale gli animali sono costretti a migrazioni giornaliere.

Il rumore spaventa e crea disturbo non solo agli abitanti ma anche a chi affronta silenziosamente i pendii con le pelli o le ciaspole.

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